Siglato accordo stabilizzazione precari sanità
In Regione Lazio è stato siglato l’accordo per la stabilizzazione dei precari della sanità impegnati, in questi due anni, nella lotta contro il Covid.
Hanno lavorano incessantemente in questo contesto pandemico affrontando difficoltà, turni massacranti e situazioni al limite.
Tuttavia hanno convissuto con l’incubo di ritrovarsi da “eroi” a disoccupati alla fine dello stato di emergenza per via di un contratto a tempo determinato.
È la storia di un’ampia fetta di precari impiegati presso ospedali, hub vaccinali, aziende sanitarie negli ultimi due anni.
Eppure per molti di loro è vicina la stabilizzazione.
Si perché è stato firmato un primo passo importante verso il rafforzamento della sanità regionale.
Dopo mesi di pressione da parte dei sindacati, è stato firmato presso la Regione Lazio l’accordo in cui si sottoscrive – è tra le prime regioni in Italia – la possibilità offerta dalla Legge di Bilancio, che riduce a 18 mesi, anziché 36 (come previsto dalla legge Madia) i termini per poter accedere all’assunzione a tempo indeterminato di personale sanitario e Oss.
A siglare l’accordo con la Regione sono state le principali organizzazioni sindacali (Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Anaao-Cosmed, Cimo, Cgil Medici, Cisl Medici, Uil Medici, Fials, Anpo Ascot, Aaroi Emac, Fassid Sinafo e Fvm).
Da aprile saranno dunque attivate le prime procedure di assunzione per chi ne ha i requisiti, e ulteriori procedure saranno previste dopo il 30 giugno.
E per chi non li maturasse, l’indicazione è di tenere conto del “fattore Covid” anche per i concorsi futuri.
“Si tratta di un giusto riconoscimento per il grande lavoro svolto in questi due anni di pandemia per proteggere e mettere in sicurezza la nostra comunità.”
“L’intento è che nessun lavoratore esca dal sistema, arrivando ad assumere a tempo indeterminato ciascuno di loro.”
“Tuttavia resta aperto il tema della carenza cronica di personale per cui continuiamo a stimare nuove assunzioni per almeno 10mila unità, su ciascun profilo professionale”, spiegano ancora i sindacati.
“Altrimenti – incalzano i sindacati – l’intero sistema dei servizi sanitari regionale resterà in sofferenza, e non saranno certo raggiungibili, con gli attuali livelli di organico, gli obiettivi fissati grazie alle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza.”
Altro capitolo affrontato e ricompreso nell’accordo, su cui si è registrato un cambio di passo da parte dell’amministrazione regionale, è l’avvio di un percorso di internalizzazione dei servizi.
E anche qui Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl spiegano: “Saranno così tutelati i lavoratori che oggi operano in appalto, per porre fine a un inaccettabile squilibrio di diritti e tutele tra chi svolge lo stesso lavoro, fianco a fianco, con colleghi direttamente assunti dalle strutture sanitarie.”