Appello delle Associazioni dei cittadini pazienti

Le associazioni dei cittadini pazienti affetti da patologie croniche (quasi 22 milioni di malati) hanno lanciato un appello attraverso i propri rappresentanti.

I rappresentanti delle seguenti associazioni dei cittadini pazienti affetti da patologie croniche

  • AIP– Associazione Immunodeficienze Primitive
  • AISLA – Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica
  • AISM – Associazione Italiana Sclerosi Multipla
  • A.I.Stom – Associazione Italiana Stomizzati
  • ALAMA APS – Associazione Liberi dall’Asma, dalle Malattie Allergiche, Atopiche, Respiratorie e Rare
  • AMICILazio onlus – Associazione Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali
  • AMRI – Associazione per le Malattie Reumatiche Infantili
  • A.N.N.A. – Associazione Nazionale Nutriti Artificialmente
  • APPMAR – Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare APS
  • ASBI – Associazione Spina Bifida Italia
  • CONFAD – Coordinamento Nazionale Famiglie con Disabilità
  • FAVO – Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia
  • FCP – Federazione Italiana Cure Palliative
  • FINCOPP – Federazione Italiana Incontinenti e Disfunzioni del Pavimento Pelvico
  • FDG – Federazione Diabete Giovanile
  • Parent Project Aps – Duchenne Parent Project

chiedono al Governo, attraverso una petizione inviata all’esecutivo, di non essere lasciati soli sul territorio nazionale nella loro vita di tutti i giorni e di aver bisogno di più infermieri. E specializzati.

La ricetta proposta dalle sedici associazioni che hanno inviato il documento (le più numerose rispetto alle persone che rappresentano) è quella di consolidare una logica normativa e attuativa di reale multi-professionalità e integrazione multidisciplinare oltre che un’integrazione tra ospedale e territorio che favorisca davvero la continuità delle cure per sviluppare operativamente un nuovo modello di assistenza di prossimità e domiciliare

Prevedere quindi nelle linee di indirizzo non solo gli standard quantitativi, ma i modelli di relazione interprofessionale da attuare.

Per farlo, il modello che oltre venti milioni di italiani bisognosi di assistenza e le loro famiglie propongono è semplice:

  • dare compiutezza e sviluppo alla figura dell’infermiere di famiglia e comunità.

Una figura che potrebbe rappresentare la soluzione di gran parte dei problemi, ma che oggi per ragioni di formazione e carenza  di personale, è quasi del tutto assente nelle regioni o male impiegato dove presente;

  • ricomporre la frattura dei servizi e la mancanza di integrazione tra ospedale e territorio.

Compito questo che può essere svolto dallo stesso infermiere, coordinando gli interventi dei vari professionisti, così come il PNRR descrive per le case di comunità, gli ospedali di comunità e le centrali operative, che senza il necessario personale rischiano rimanere caselle vuote: innovare realmente le strutture dando il giusto peso ai loro contenuti; 

  • garantire alle famiglie e ai pazienti la presenza di una figura di riferimento a livello domiciliare.

In questo senso sia Governo che Parlamento devono mettere mano alla reale programmazione non solo sulla carta di interventi e di presenza dei professionisti sul territorio;

  • far riconoscere e certificare le specializzazioni infermieristiche affinché il cittadino possa usufruire e richiedere il professionista più competente per i propri bisogni anche in relazione alla complessità delle persone con bisogni assistenziali specifici.
  • definire sempre più specificamente le attività dell’infermiere di famiglia/comunità in relazione ai servizi domiciliari attivati per evitare sovrapposizioni o conflitti possibili e inefficienze nella gestione del paziente.

“Ringraziamo per il chiarissimo appello le associazioni dei cittadini-pazienti che sanno di poter trovare nella nostra Federazione tutto l’appoggio necessario non solo dal punto di vista organizzativo, ma anche clinico, sociale e umano – commenta Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) – ci auguriamo che il Governo ascolti le richieste dei pazienti e dei cittadini. Che chiedono non solo con soluzioni nell’acuzie, ma per la vita di tutti i giorni, quella che ogni persona ha diritto a vivere”.

“Le carte in tavola la FNOPI le ha messe – aggiunge Mangiacavalli – e sono quelle di un gesto di riconoscimento verso gli infermieri con l’anticipazione rispetto ai contratti dell’indennità di specificità infermieristica e la possibilità di avere un numero di docenti-infermieri in grado di poter formare con qualità e professionalità gli infermieri di domani per far fronte all’allarmante carenza che anche le associazioni denunciamo. E nel breve periodo meno burocrazia con l’allentamento del vincolo di esclusività, che consenta da subito a chi è già in servizio di andare in aiuto ai bisogni chiarissimi di questi cittadini”.

Tutto questo naturalmente ha come presupposto la partecipazione collettiva delle associazioni che rappresentano queste categorie di cittadini-pazienti alla predisposizione dei nuovi modelli di assistenza di tutte le parti interessate, cittadini, pazienti, tutte le professionalità del sociale e del sanitario, programmatori ecc.

Tutto questo “per dare vita alla vita e non sopravvivenza alla vita”, scrivono a chiare lettere le Associazioni.

“La nostra Federazione – conclude la presidente FNOPI – è pronta e disponibile ad accogliere la richiesta delle associazioni che da sempre ascoltiamo e supportiamo perché i loro reali bisogni sono il nostro primo obiettivo. Ci auguriamo ora che anche le altre istituzioni e le altre componenti professionali facciano altrettanto, in un disegno costruttivo per un nuovo modello che assicuri salute e non sia il modo di primeggiare gli uni sugli altri: i cittadini prima di tutto e al centro del sistema. E’ questa la parola d’ordine della nuova sanità”.

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