Sciopero Infermieri: sit-in in piazza a Roma
Preannunciato da settimane, è in corso in tutta la penisola lo sciopero nazionale degli infermieri e del personale sanitario indetto da NurSind, il Sindacato degli Infermieri.
Stavolta hanno detto basta: gli infermieri, quelli che hanno potuto aderire, stanno incrociando le braccia da questa mattina alle 7:00 contro le mancate scelte del Governo.
Proteste di forte impatto, sit-in e manifestazioni in tutti i capoluoghi di provincia.
Tra i motivi del malcontento: la mancata erogazione dell’indennità di specificità in manovra, stipendi tra i più bassi d’Europa e nessun riconoscimento in questi due anni e mezzo di pandemia che ha costretto la categoria a fare salti mortali, tra doppi turni, riposi saltati, ferie non godute e una carenza di organico che rasenta l’inverosimile.
In questa pandemia solo belle parole, pacche sulle spalle e l’etichetta di “eroi in corsia”… protagonisti durante l’emergenza sanitaria ma costretti ad arrendersi e in molti casi ad abbandonare la professione per le troppe promesse non mantenute.
È nutrita l’adesione degli infermieri alla manifestazione organizzata dal sindacato Nursind e in corso di svolgimento.
A pochi passi dalla sede del Dipartimento della Funzione Pubblica, nel quale avrà luogo un incontro verso mezzogiorno, abbiamo raccolto un primo commento di Andrea Bottega, segretario nazionale Nursind.
Ecco le sue dichiarazioni a caldo.
“L’adesione allo sciopero odierno va ben oltre le nostre più rosee aspettative. Ovviamente le aziende sanitarie hanno incontrato qualche difficoltà nel garantire i contingenti minimi, perché non erano preparate ad affrontare le assenze dei tantissimi infermieri che hanno deciso di scendere in piazza”.
“Molti di noi si sono sottoposti a un simbolico prelievo di sangue. Ciò a significare che abbiamo dato e stiamo dando tutto. Negli ultimi 24 mesi, in particolare, abbiamo sempre lavorato in emergenza per via della pandemia. Eppure non abbiamo mai ricevuto un segnale di vicinanza dalle istituzioni, che ci hanno anzi lasciati soli. Per questo siamo stanchi e arrabbiati”.
“Siamo qui per protestare contro la mancata erogazione dell’indennità di specificità in manovra. La nostra è una professione usurante, ma non è riconosciuta come tale. E la carenza di organico costringe la categoria a fare autentici salti mortali, tra turni doppi, riposi saltati e ferie non godute”.
Bottega conclude con un avvisaglia: “È finito il tempo della retorica, degli “angeli” e degli “eroi”. Adesso è il momento di passare dalle parole ai fatti concreti. Se non vedremo il cambiamento che attendiamo da troppo tempo e non saranno accontentate le nostre legittime richieste, lo sciopero odierno sarà solo il primo di una lunga serie di iniziative che siamo pronti a porre in atto”.