Regione cerca personale da mandare in Ucraina ma il Lazio è già carente di suo
La Regione Lazio cerca medici e infermieri da mandare in Ucraina senza affrontare il problema “reparti sotto organico”.
La Regione Lazio chiama medici ed infermieri disponibili a prendere parte «alle attività di assistenza sanitaria nelle aree interessate al conflitto nonché nei paesi limitrofi».
Questa è la «richiesta disponibilità personale sanitario per l’emergenza-Ucraina» che l’assessorato regionale alla Sanità ha inviato alle 10 Asl e alle 7 Aziende ospedaliere.
Peccato che per quest’ultime non ci sono più graduatorie aperte nel Lazio, da inizio anno, dove poter attingere medici ed infermieri disponibili sul fronte interno, figurarsi per quello estero.
Le 17 Aziende, infatti, da mesi ricorrono ai bandi urgenti per le «manifestazioni d’interesse» pur di cercare di arruolare medici e infermieri per fronteggiare l’enormi carenze dei loro stessi organici.
Il Lazio attualmente è una delle regioni d’Italia che soffre maggiormente la carenza di personale con una stima di circa 7000 unità.
Ma scarseggiano anche medici ospedalieri quali gli anestesisti, il personale di Pronto Soccorso, il personale sulle ambulanze e negli ambulatori dei medici di famiglia.
Con questa situazione interna che registra interi reparti sotto organico è difficile riuscire ad aiutare le retrovie della «Emergenza Ucraina».
E pensare che sono andate già in «bianco» le ricerche dei camici bianchi persino per un istituto nazionale come lo Spallanzani, costretto a fare 2 manifestazioni d’interesse in 2 mesi: con quella indetta a gennaio, infatti, è riuscito ad assumere solo un medico specialista ed uno specializzando.
Senza dimenticare che la scorsa settimana, vista «l’esigenza di procedere all’acquisizione di dirigenti medici-disciplina malattie infettive», lo Spallanzani ha dovuto ripetere la ricerca, estendendola anche alle «discipline equipollenti con le modalità procedurali più rapide possibili».
Ed anche se la Regione scrive che la sua «manifestazione di interesse è meramente ricognitiva ed anticipatoria rispetto alle richieste del Ministero della Salute», però invita «ad avviare tale rilevazione all’interno delle aziende dirette e compilare la tabella allegata che dovrà essere trasmessa».
Una bella e importante iniziativa che rischia di creare un ulteriore collasso alla sanità del Lazio.